Urban photography - Marco Santin

L'urban photography mi affascina. Muovermi silenziosamente tra le persone catturando momenti spontanei, unici e irripetibili (seppur ordinari), fissandoli per sempre in una foto, mi appassiona molto. Moltissimi fotografi ripetono di continuo quanto sia importante cercare un contatto con il soggetto, interagendo con esso per creare un legame prima di scattare.

Io amo fare l’esatto contrario invece: zero contatto, zero interazione. Penso che l’unico modo di catturare un momento davvero spontaneo sia fotografare qualcuno a sua insaputa. Solo così è possibile ottenere uno scatto genuino. Quando una persona sa di essere fotografata smette di essere spontanea, è inevitabile e vale per tutti. Gli unici soggetti che risultano spontanei, in quelle foto che li ritraggono consapevolmente, sono coloro che sanno recitare alla perfezione.

Inoltre riuscire ad ottenere degli scatti che ti piacciono senza poter gestire le luci, la posa del soggetto, senza avere la possibilità di provare varie soluzioni, senza riuscire a mettere in pausa quello che sta accadendo o chiedere di ripetere una determinata azione, senza avere il tempo di ragionare su quale siano i settaggi migliori per la reflex, senza poter studiare con calma la composizione, mi regala una sensazione unica che non provo con nessun’altra tipologia di foto.

Per come la vivo io, l’urban photography è l’arte di creare utilizzando solo ciò che non si può scegliere, né controllare. Si tratta di scatti che trasmettono messaggi o emozioni non preconfezionati. Cosa c’è di più affascinante di riuscire a creare qualcosa di personale, da qualcosa che di personale non ha nulla?

Anche ora, come centinaia di anni fa, il trasporto a Venezia avviene così. In questa città ci sono cose che cambiano molto lentamente, altre invece non cambieranno mai.

Timeless

Piccola creaturina bisognosa, vivi in silenzio la tua vecchiaia e sopporti la tua malattia senza disturbare nessuno, senza chiedere aiuto. Se tu fossi stato un gattino tutta Venezia si sarebbe movimentata per soccorrerti, ma tu sei solo un colombo e nessuno si preoccupa per te. Tu sai bene che il contrario dell'amore non è l'odio, ma l'indifferenza. Tu sai bene cosa sia lo specismo.

Mentre vivi quello che forse è il tuo ultimo tramonto sei costretto a fuggire zoppicando, dalle traiettorie di coloro che camminano veloci senza degnarti di uno sguardo, senza preoccuparsi di muoversi senza spaventarti. A loro non costerebbe nulla spostarsi di qualche metro, ma la tua vita ai loro occhi non è degna di una simile cortesia.

Non supplichi per un po’ di cibo, non piangi per il dolore, la tua fierezza ti rende infinitamente più grande del corpicino che ospita il tuo animo.

Piccola creaturina bisognosa, vivi in silenzio senza lamentarti di nulla, in attesa che il nulla faccia calare il silenzio.

Shopping in Venice

Adoro passeggiare per Venezia osservando le persone e fotografandole mentre sono intente a vivere la loro vita. Mi piace muovermi tra loro rimanendo anonimo e catturando qualche momento della loro esistenza, intrappolandolo nelle mie foto, rendendo così quelle persone dei protagonisti inconsapevoli dei miei scatti.

Penso che fotografare una persona a sua insaputa sia l’unico modo per ottenere una foto autentica. Intendo veramente autentica: senza luci preparate, niente falsi sorrisi, né pose studiate. Un autentico istante di vita reale. Nelle foto che scatto passeggiando non si vedono i volti, i miei soggetti saranno per sempre degli sconosciuti con i quali ho avuto a che fare per un solo attimo, senza che loro se ne accorgessero.

Queste persone saranno per sempre nelle mie foto e non lo sapranno mai.

Vita tra le ombre

Un ragazzino si diverte sfrecciando sull’acqua. Un uomo fatica allenando il suo corpo. Un anziano riposa sotto il debole sole di novembre. Mentre catturo in uno scatto le stagioni della vita, ascolto Time dei Pink Floyd:

Ticchettano via i momenti di un giorno noioso

sciupi e sprechi le ore senza curartene

Mentre vaghi nello stesso pezzo di terra della tua città

aspettando qualcuno o qualcosa che ti mostri la via.

Stanco di stenderti al sole

stai a casa a guardare la pioggia

Sei giovane e la vita è lunga

c'è tempo da perdere oggi

E poi un giorno scopri

che ti sei lasciato dietro dieci anni

Nessuno ti ha detto che dovevi correre

E non hai sentito il segnale di partenza

E corri, corri per raggiungere il sole

Ma il sole sta tramontando

E sta facendo il giro per riapparire di nuovo dietro di te

Il sole è lo stesso, relativamente parlando,

ma tu sei più vecchio

più corto di respiro e di un giorno più vicino alla morte

Ogni anno si accorcia

Ma sembra che tu non riesca mai a trovare il tempo

progetti che si annullano

o ridotti a una mezza pagina di righe scarabocchiate

L'abitudine inglese è rimanere sospesi

in una calma disperazione

Il tempo è passato,

la canzone è finita

Sebbene io abbia ancora qualcosa da dire.

Waiting for Venice

Veneziano sul ponte della Costituzione, meglio conosciuto come ponte di Calatrava.

Il gondoliere fantasma.

La leggenda narra che nella Venezia deserta il fantasma di un gondoliere faccia ritorno, di tanto in tanto, in Campo Santa Maria Formosa per sedersi sulla sedia che ha usato per tutta la vita. Dicono che se ne stia li, a contemplare il suo amato campo nelle giornate soleggiate.

Altri sostengono che si tratti di uno scatto realizzato con una esposizione relativamente lunga, dove un gondoliere in carne ed ossa si sia alzato mentre il fotografo realizzava lo scatto.

Altri ancora invece non riescono a vedere il gondoliere, pur sforzandosi in tutti i modi. Forse il fantasma si rivela solamente ad alcuni e non a tutti…

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